La Bambina di Neve ('The Snow Child') di Eowyn Ivey.
Un inaspettata meraviglia, un piccolo miracolo in un momento in cui mi è perfino complicato riuscire a leggere e di conseguenza attraversare le mie amate Porte. Una candida creatura del Sidhe si muove silenziosa nella neve, agile e delicata nelle foreste ghiacciate d'Alaska. Caccia come una volpe, si muove leggera come un uccello, conosce ogni movimento della foresta, e sa uccidere un cigno senza far rumore, mentre custodisce un segreto e un cuore stracciato. Magica e potente come la prima neve d'Inverno, questa bimba dagli occhi di ghiaccio ha divelto, senza nemmeno un sussurro dalle sue labbra gelate, la serratura del mio cuore rinchiuso. E ha ridato letteralmente la vita ad una coppia di pionieri di mezza età, conciati ben peggio di me. Alaska, fiume Wolverine, 1920. Coloni che hanno decisamente sbagliato meta, cercatori d'oro, minatori e cacciatori. Una ferrovia, e un emporio. Silenzio. Per il resto, capanne isolate tra i boschi, ghiacci