E le Sacerdotesse divennero Streghe
Il Bosco è luogo che non si comprende mai fino in fondo: armonia di contraddizioni e leggende, di ribelli e di predatori, di fiori e uccelli variopinti. Si è al sicuro nel verde cupo della Selva, o al contrario si affonda nel pericolo della Natura Selvaggia?
L'atavica attrazione si mescola alla paura, fomentata da secoli di buio spirituale.
Ingestibilità.
L'ingestibilità è l'incapacità di governare, di nominare, di possedere, di condurre: l'ingestibilità è una frustrazione che manda gli umani fuori di testa.
Dalla preistoria fino forse, in rari casi, ai giorni nostri, la Foresta ha rappresentato nelle menti dei popoli la vita lussureggiante e caotica, il potere mistico, l'amore incondizionato della Terra. Ma spesso ha anche rappresentato, in luoghi e tempi diversi, la paura, il luogo prediletto per orrori e atti impuri, nefandezze e trasgressioni.
In realtà, in entrambi i casi, rappresenta il non-gestibile.
Questa termine può avere due connotazioni: non gestibile, non controllabile, quindi Divino, non gestibile, caos puro, quindi diabolico.
Due facce della stessa medaglia, come il Bene e il Male.
Uniti nell opposto.
Il Bosco si muove con leggi che non sono umane, dove gli ordini gridati dagli uomini non sortiscono alcun effetto, non reggono, tra il profumo degli ellebori mischiato al fondo del muschio, fra le ombre furtive delle lepri e il vociare delle cince: e tra i tronchi vecchi, caduti in putrefazione con le foglie bagnate, l'odore degli uccelli morti tra i funghi dopo il temporale, lasciano trasudare il balsamico profumo delle gemme e della resina.
L'uomo non conta.
L'unico suo potere di comandare il meccanismo è distruggerlo.
E questo lo ha capito molto presto.
Fuoco.
Il fuoco è servito agli umani a rimettere in 'ordine le Foreste'. come se le Foreste, se avessero bisogno di un ordine, non potessero fare da sole. E allora nel suo piccolo, tra l'ingovernabilità delle bacche avvelenate, dei canini insanguinati dei predatori, dall antica paura dell oscuro, l'uomo, nel suo piccolissimo, incendia e devasta.
Eh si, perchè il Bosco è tutto tranne il giardino di casa, con le aiolette con i cartellini, in cui crescono le violette su disegni geometrici e gli alberi vengono tenuti a bada con le forbici, e le malerbe vengono straziate dai veleni: nel Bosco invece possono prendere vita all improvviso semi quiescenti da secoli, svegliati da un fulmine che brucia la Terra in quel preciso punto, e dove crescono alberi e cespugli che tutto avvolgono e tutto prendono, ma che riescono a migliorare e ridare al mondo con tutta la loro potenza.
Tutto ciò ai popoli più antichi pareva meraviglioso: era il segreto di tutto ciò che si muove, la forza pulsante di ogni vita, di ogni pietra, di ogni vento che muove le fronde.
Fertilità e spiritualità, Nascita e Morte, Energia, luce, nutrimento, cura.
Ingovernabile quindi puro, perfetto, in ognuno dei suoi aspetti.
Fino ad un certo punto.
Ad un certo esatto punto della Storia la tendenza cambiò.
Si disse che il Divino era in cielo, e che sulla terra stava la perdizione, il peccato, il selvaggio.
La Terra divenne quanto di più lontano dal Divino.
Ingovernabile quindi Satanico.
E quel giorno il Bosco Sacro, unico luogo dove davvero si potevano ancora onorare gli Dei, non rinchiusi fra le mura erette dagli Uomini, il Bosco come Tempio (si vedano le etimologie germaniche e gotiche), vera isola di pura Energia si trasformò nelle menti plagiate dei popoli, nella Foresta Oscura, emblema del Caos, nel luogo del Demonio.
E le Sacerdotesse divennero Streghe.
E il Bosco allora si trasformò davvero.
Durante il buio medioevale la Foresta diventa il regno dei pazzi, dei criminali, dei reietti dai villaggi, degli assassini e delle donne scacciate dalle comunità. Ma soprattutto diventa il regno di chi non accetta. Di chi scappa dai regimi feudali e vuole la rivolta. Ribelli, prigionieri fuggiti, comunità organizzate per la liberazione dalla schiavitù (ricordiamo Robin Hood e la Foresta di Sherwood), popoli delle rivolte ai governi feudali dei Re e dei Papi incoscienti e feroci.
Queste creature così differenti dalla spaventata società succube, si unirono in molti luoghi delle Alpi e Prealpi ai popoli della montagna (da Michela Zucca, 'Matriarcato e Montagna'), formando comunità e villaggi che mantennero la loro indipendenza culturale e civile grazie alle Foreste che li isolavano.
Attraverso le Foreste di segnavano quindi i confini, geografici e antropologici: i missionari infatti non rischiavano la vita attraversando i Boschi remoti delle Alpi, che infatti protessero a lungo queste popolazioni, che riuscirono a mantenere per secoli l'Antica Religione, il matriarcato, e antichi segreti di vita montana che poco a poco stanno sparendo nella luce.
In queste culture vigevano infatti Religioni, Tradizioni, leggi e usanze diverse dal resto delle regioni europee, pur vicine, e spesso la Chiesa e gli Stati furono in netta contrapposizione con i valori e le abitudini di questi montanari.
Si racconta che molte persone dei villaggi comuni, durante il Medioevo, non riuscirono a reprimere il loro disagio per le imposizioni assurde della Chiesa, e tornarono nei Boschi per celebrare la propria Antica Religione, unendosi in questo ai popoli delle montagne. Forse la verità era proprio questa: per queste persone il Bosco rappresentava ancora la rinascita, la Vita pura e selvaggia che esplode di colori, suoni, profumi e danze di foglie e uccelli: un lento scorrere di tempo, stagione dopo stagione, luna dopo luna, ciclo dopo ciclo, senza imposizione umana.
Libertà pura.
Forse il Bosco rappresentava l'unico luogo dal quale si poteva fuggire il mondo buio di quel tempo, uscirne e risognare. Celebrare la Madre e danzare al fuoco dei falò, amare liberamente e non dover nascondere nulla agli Inquisitori, o semplicemente ai vicini, per poter sopravvivere.
-Ogni foresta vergine (...) crea un intenso, complesso e incredibilmente armonioso campo energetico. La cooperazione tra piante, batteri, funghi, insetti e uccelli, gli animali e le gerarchie spirituali, è così completa che ognuno ne può sentire i profondi effetti che sono fonte di meraviglie e di rispetto.-
Fred Hageneder, Lo Spirito degli Alberi.
Commenti
Hai creato un luogo davvero stupendo, complimenti. Ricco di incanto, di magia... e poi ci sono le erbe, che io adoro con tutto il cuore. Bellissimo. Si respira bene, qui...
Un abbraccio grande, e grazie per il dolce commento sul blog delle Fiabe :) tornerò a trovarti.
Io il bosco ce l'ho a pochi metri dalla porta di casa e da quando vivo qui non mi fanno più paura tutte le storie oscure che si inventano boschi malvagi e misteriose creature...
Anzi, quando di notte sento il canto degli uccelli notturni ne sono felice e di giorno posso fare birdwatching semplicemente standomene seduta in cucina :-)
Un bacione :-*
zia Artemisia! Ci sono capitata per caso,ieri sera ed ora non posso più staccarmene.
Un forte abbraccio.
Xenia
sono contenta che ti sia ritrovata a 'casa', o meglio nel giardino incantato. torna a trovarmi!
Zia Artemisia