Ortica - Erba Brucia Urtica dioica, Urtica urens
Erba Brucia
Urtica dioica, Urtica urens
Nomi: (Dialettali Italiani) Ortiga, Erba brucia, Vendetta delle suocere, Garganella, Ardica.
(Tedesco) Nessel. (Inglese): Nettle, Cool faugh, Devil's claw, Devil's plaything. (Gaelico): Neanntóg
"Non l'ho sognata, eppure l'ho trovata sul mio cammino. Le foglie e il gambo irritano la pelle e la bocca; è oscura, tenace, strisciante, si propaga con silente calma, si fissa e si fa avvolgente. Tya lascia il segno."
Tya - Ortica (da Piante di energia, Haria, Rupe Mutevole Edizioni, 2005)
Erba Brucia
L'ortica è un’erba spontanea infestante, che spesso, nelle passeggiate, evitiamo accuratamente. Appartiene alla famiglia delle Urticacee (come un altra selvatica, la Parietaria, che vive tra le crepe dei muri). Il suo nome deriva dal latino "urere": bruciare, irritare. La nota causa di ciò è la riposta della pelle al contatto con l'erba, ovvero quando, toccandola, spezziamo inavvertitamente le sottili spine cave che ricoprono quasi interamente la pianta. Queste contengono l'acido formico, irritante della pelle. In realtà le anziane insegnano che si possono tranquillamente cogliere le ortiche prendendole da sotto una coppia di foglie, dal basso verso l'alto, senza provare bruciore. Ha sempre attirato la mia attenzione, e il materiale che ho collezionato negli anni sul suo conto nella maggior parte si è perso. Ma ciò che mi è rimasto impresso, ogni anno, ad ogni passeggiata e quindi ad ogni incontro con quest’erba, è la sua potenza, il suo verde così forte e splendente, eppur sfumato d'argento, la sua tenacia (come dice Tya) nel crescere tra le crepe dei muri o lungo i sentieri della campagna, la sua forza oscura nel pungere e nel guarire, nel bruciare e nel curare, nel ferire e nel proteggere.
Duplice, e ugualmente efficiente in entrambi i lati della sua dicotomia.
Storia
Molti popoli conobbero l'ortica e non ebbero per lei alcun odio o rancore, nonostante la sua potente azione, fastidiosa e dolorosa al contatto. Non scoraggiandosi al primo impatto, impararono a conoscerla davvero. E questa pianta si rivelò una fonte di doti inesauribile.
Le differenti culture, nei secoli, le attribuirono usanze, storie e simbologie: prima fra tutte fu quella della fecondità maschile, nel senso più ampio possibile, riferita quindi al Dio, all’Uomo Verde, al Grande Cervo che cerca la sua sposa in tempo di primavera, a Beltane. Dai Greci che se cibavano, e ne mangiavano anche i semi per incrementare la prestanza sessuale, il suo messaggio di rinascita e fertilità fu ampiamente intuito anche dalle popolazioni Celtiche, dove l'ortica venne considerata ingrediente fondamentale della zuppa di primavera, come simbolo della mascolinità naturale, dell’Uomo Verde che portava il suo dono di fertilità alla Terra all’inizio della metà Luminosa dell’anno.
Narra la leggenda che presso gli antichi Sassoni l'ortica fu associata a Thor, il dio del Tuono: si dice che posando le ortiche sul tetto della casa prima del temporale, questi popoli indirizzassero i fulmini verso la terra e non sulla propria abitazione.
Altri popoli coniarono nuovi utilizzi per quest’erba: fu bevanda alcolica per i Francesi, fu medicamento per l'artrosi nelle mie valli Orobie, In Francia veniva utilizzata per ricavarne un alcool simile a quello etilico, e ancora nel bergamasco si usava mettere le mani nelle ortiche per combattere l'artrosi, e per eliminare le scorie del sangue e combattere le patologie renali e artritiche. E' un tonico naturale ricco di vitamine, A e C in particolare.
Già nel 1653, il noto erborista Culpepper scrisse che mangiare ortiche portava letteralmente via l'accumulo di liquidi invernali dei corpi, associando quindi questa pianta con la primavera.
L'ortica fu usata dai preistorici come fibra vegetale per confezionare tessuti: il nome anglofono Nettle, infatti, si riferisce al tessuto fatto con le fibre d'ortica, largamente utilizzato nel Nord Europa prima ancora dell'uso diffuso della lana e del cotone. Anche in Germania si ricavarono fibre tessili, usate in Europa durante la prima guerra mondiale.
Ancora ai nostri giorni alcune popolazioni della Siberia, lasciano crescere l’ortica intorno alle loro abitazioni per ricavarne fibre tessili che forniscono una speciale tela verde, solida e dura, praticamente indistruttibile.
Per i vecchi Piemontesi fu segno di protezione; portata in un piccolo mazzetto nelle tasche proteggeva dal male e gettata sulle braci ardenti in Sud Tirolo preservava la casa dal temporale.
La simbologia dell’ortica trova terreno fertile anche in Scozia, dove un tempo si pensava che essa crescesse sul sangue dei morti, e sempre in Inghilterra veniva considerata il simbolo della presenza di creature soprannaturali, che venivano protette dagli aculei della pianta.
Invece di goderne le doti e i poteri, altri popoli e altre culture utilizzarono quest’erba per singolari scopi e differenti simbologie: la definirono “maligna” e concepirono un suo uso come strumento di purificazione e punizione a partire dai Romani fino a metà dell’Ottocento, attraversando il Medioevo con le auto-flagellazioni dei monaci. Mille anni di fustigazioni e auto-flagellazioni fatti con questa pianta, che poteva assumere ben altre funzioni, come quella alimentare, essendo un tonico ricco di vitamine che avrebbe potuto salvare molte persone dalle malattie dovute a carenze di queste molecole fondamentali.
La Pianta
L'ortica è una pianta infestante perenne, comune in tutti i terreni, specialmente in quelli ricchi di azoto e humus naturale. Cresce soprattutto negli incolti e tra i ruderi abbandonati, sui sentieri boschivi o sui sassi delle stradine di campagna e città. Cresce fino alla alta montagna e ha radici striscianti e ramificate, il fusto eretto e rigido, contenente silice, alto fino ad un metro e mezzo, semplice con foglie opposte, stipolate, ovali, a cuore, dal margine dentellato e pelose. I fiori, bianchi o rosa, compaiono in spighette all’ascella delle foglie.
Vengono utilizzate le foglie giovani come alimento, durante tutto l'anno, le radici preferibilmente in autunno quando sono colme di sostanze nutritive (vanno fatte essiccare all’ombra come tutte le altre radici, in fretta e in un luogo ventilato)
Usi
Gli utilizzi dell’ortica sono moltissimi. Cito soltanto quelli che conosco, ma sono convinta che molto ancora si celi in questa pianta miracolosamente utile all’uomo, alle piante stesse e agli animali. Eccone alcuni:
*Alimento
Nel nostro tempo le cimette giovani delle ortiche vengono ancora utilizzate in cucina: vanno sempre cotte (il procedimento è simile a quello degli spinaci) per preparare ravioli, risotti, gnocchi, frittate, specialmente nel tempo che intercorre tra Beltane e il Solstizio.
Ottimo è il risotto, che si fa semplicemente aggiungendo al soffritto l'ortica, proseguendo come un normale risotto per il resto della cottura. Sono meravigliose anche le frittelle, soprattutto con le cimette giovani, e la frittata con altre verdure selvatiche, tipica della zona della Brianza. E' un ottimo ricostituente e rimineralizzante, ricco di sali minerali come potessio e calcio, vitamine e proteine.
*Alimento: Foraggio
Come racconta la studiosa di biodinamica Maria Thun, i contadini sminuzzavano le ortiche in piccole parti per nutrire gli animali da cortile troppo piccoli per mangiare le granaglie, ma spesso aggiungevano la stessa erba anche al foraggio di tutti gli animali in stalla, incrementando così il valore nutritivo del fieno, aggiungendo una buona dose di proteine, vitamine, enzimi e sali minerali.
*Cure
L’ortica ha molteplici proprietà, raggruppabili in: diuretiche, depurative, antiemorragiche, antireumatiche e antinfiammatorie. E' davvero uno stimolante naturale, utile per aiutare la depurazione dell’organismo, soprattutto a livello epatico. Per questo veniva inserita nella varie zuppe primaverili, necessaria per stimolare la ripresa del corpo dopo i rigori invernali. Viene utilizzata anche nelle cure dei sintomi influenzali, nel periodo premestruale e, comunque, negli stati di convalescenza.
Viene preparata come infuso, decotto, pomata e tintura. Quest’ultima viene impiegata per punture d'insetti, emorragie, distorsioni, lesioni della cute e persino per l'acne.
Un uso singolare di questa pianta è associato alla cura delle allergie, soprattutto la febbre da fieno, mentre il succo viene attualmente mischiato al miele nelle preparazioni contro la bronchite e l'asma.
*Cosmesi
Noto antiforfora naturale, l'ortica viene utilizzata per risciacqui ai capelli ed anche per renderli lucidi; ma soprattutto per l'acne, come decotto o pomata, e per le pelli grasse.
*Tessuto
Abbiamo già citato l'utilizzo nella storia delle fibre di ortica per confezionare vestiti, manca ora di citarne le doti. Le fibre sono di due tipi: quelle grossolane, usate per produrre sacchi e tele, e quelle più lunghe e preziose, usate per confezionare stoffe e lenzuola, tovaglie e abiti. Entrambe hanno estrema resistenza all’usura e aspetto meraviglioso, sono morbide e ricercate, lucenti e pregiate. E' da sottolineare che la struttura delle fibre, cave all’interno, garantisce l'isolamento termico in inverno, riempiendosi d'aria. La stessa proprietà muta in estate, quando le fibre si assottigliano riducendo proprio l'isolamento termico e garantendo la traspirazione.
*Tintura
La tintura avviene con la pianta intera, fresca o essiccata, per colorare lana, cotone e seta. Si usa il bagnocolore con mezzo chilo di ortica in 5 litri d'acqua piovana per un etto di lana circa, che deve bollire lentamente per almeno un’ora. Il verde che ne deriva (la pianta è ricchissima in clorofilla), può variare a seconda dell’uso del mordente (allume di potassio, cremortartaro, ferro) dal salvia al verde pisello. Le tonalità sono sempre verde chiaro.
*Fertilizzante
Dalle ortiche si ricava un ottimo fertilizzante, ottenuto facendo macerare le piante fresche in acqua piovana per qualche settimana. Questo va diluito molto, poiché estremamente ricco di azoto. Si sparge alla base delle piante e degli arbusti, ma anche nei vasi. E' importante non esagerare con la fertilizzazione perchè è piuttosto potente e, usata male, può danneggiare la coltivazione.
Le foglie fresche funzionano da barriera antimosche. Il macerato può essere utilizzato anche come integratore per i composti di foglie, accelerando così i processi di decomposizione.
Piccolo rito per la crescita delle piante
Pubblicato anche qui: http://www.tempiodellaninfa.net
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Commenti
Grazie di essere passato, mi fa davvero piacere!
http://www.cavernacosmica.com/simbologia-dellortica/