Accabadora (di Michela Murgia).



'La maestra rimase interdetta, dallo sguardo più ancora che dalle parole dell anziana sarta. 'Non mi fraintenda, mi riferivo alla madre naturale, non volevo certo svilire il vostro rapporto..'
-'La madre naturale, per Maria, è quella che lei disegna quando le chiedono di disegnare sua madre.'

da 'Accabadora' di Michela Murgia, Einaudi.


Quando chiudevo questo libro sognavo le immagini evocate in quelle poche, dense parole: ho cercato nel buio gli occhi profondi dell' Accabadora, per scorgere un balenare oscuro della sua saggezza..un soffio del suo coraggio e della sua consapevolezza. 
Fosse anche solo per un istante.

Di questo personaggio mi colpito il peso del compito che non può fare altro che sostenere: greve come piombo, onere degno di un antica Dea: 
quello dell' ultima Madre che accompagna dolcemente alla Morte 
è l'aspetto del femminino antico che per me è più difficile da considerare.
Necessaria come la levatrice, dolce come una madre, pura nel suo intento rigeneratore, consapevole della sua forza: una creatura che riesce a vedere con tale chiarezza il mondo e il mondo sotterraneo, da poter decidere, in coscienza, quando i confini devono essere oltrepassati.
L'Accabadora è meravigliosamente spaventosa: è la 'Vecchia Selvaggia', la 'Dama de la Muerte', 'Coatlique'  come ricorda la Pinkola Estes, così come la sorella leggendaria e meno dolce, la Baba Yagà dell' Europa dell'est. 
Poteri diversamente terrificanti, ma allo stesso tempo necessari alla rigenerazione dell anima delle creature che proteggono.
Esse sono il lato Oscuro della spirale del ciclo della vita, parte integrante e fondamentale, con radici che affondano nell l'istinto: 
ultime Madri, assassine, come Dee della Morte, 
e rigeneratrici di nuovi incanti, come Dee della Vita.
 Vita, morte, vita.

'Perlopiù la nostra conoscenza della natura Vita, morte, vita è contaminata dalla paura della morte. Pertanto la nostra capacità di muoverci con i suoi cicli è assai fragile....Queste forze non sono ladri che ci rubano qualcosa. (...) Quelle forze fanno parte della nostra natura, un autorità interiore che conosce i passi, conosce la Danza della Vita e della Morte. Si compone di quelle parti di noi che sanno quando qualcosa può, dovrebbe e deve nascere e quando deve morire. E'una maestra profonda di cui dobbiamo apprendere il Tempo.'

da 'Donne che corrono coi lupi' di Pinkola Estes


Così come la Baba Yaga, l'Accabadora e le altre donne leggendarie associate alla Morte, donne di libri e di fiabe, ma in molti casi reali e con una parte della Storia dei popoli, compiono un ulteriore atto di rigenerazione: 
cercano qualcuno in cui lasciar scivolare il proprio sapere, la propria Magia. Qualcuno che possa sostituirle nella spirale del tempo.

Per far questo devono liberare le fanciulle dalla madre naturale (come in 'Vassilissa', fiaba) facendole crescere come fill'e anima (nell'Accabadora') al proprio fianco, perchè possano aprire la propria mente al potere che stanno ricevendo.
Con metodi differenti, cedono una parte della propria saggezza ,
insegnando loro la vita e il coraggio, 
e attraverso prove differenti, la propria Arte.


'Sei nata tu forse da sola, Maria? 
Zitta, non sai quello che dici! 
Ti sei tagliata da sola il cordone? 
Non ti hanno forse lavata e allattata?
(...) Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo.

Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri ad ogni angolo di strada, Maria, e tu dovresti saperlo più di tutti.'

da 'Accabadora' di Michela Murgia, Einaudi.


E' un libro veloce, intenso, profondo.
Lascia tra le labbra qualcosa di dolce, di forte, persistente, vivo, palpitante, reale.
La Michela Murgia è la nostra Alice Munro?

Commenti

Tammie Lee ha detto…
you find such wonderful and inspiring things to read~
Unknown ha detto…
Grazie alla tua segnalazione ho letto un libro bellissimo. Innanzitutto è un libro scritto benissimo. Michela Murgia usa un linguaggio scarno, essenziale e al tempo stesso poeticissimo, pieno di immagini dalla forza straordinaria. In questo senso, proprio per la precisione e l'esattezza con cui è scritto, hai ragione a chiederti se non sia la nostra Alice Munro.
E poi certamente bellissimo per la storia narrata. Difficile trattare temi più fondamentali, ancestrali, radicali di questi: la vita e la morte, cosa è vita, cosa è morte, cosa è dare la vita, cosa è dare la morte. E difficile farlo in una forma romanzo così poetica.
E poi, su tutto, bellissima ho trovato la riflessione su che cosa sia madre, sul senso ultimo del dare la vita, del nascere, del morire come nascere a nuova vita.
Bellissimo insomma!
Artemisia ha detto…
Sono tanto contenta di averti consigliato di leggere qualcosa che ti è rimasto nel cuore, è la gioia più grande di un lettore appassionato!
E poi, sono ancora più contenta che anche se siamo lontane, il comune sentire ci farà sempre sentire insieme.
un abbraccio bella mia, a te e al piccolo.

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